Una pizza dedicata a Paracelso: ecco perché

Paracelso, chi era costui? Perché alla Corte dei medici  gli abbiamo dedicato  una delle nostre migliori pizze? La nostra intenzione era quella di rendere omaggio al celebre medico e alchimista svizzero che comprese il principio cardine anti-fregature. E cioè che una sostanza può essere innocua o dannosa, non in sé, ma a seconda della quantità con cui come viene assunta.

La frase esatta è: “Tutto è veleno, e nulla esiste senza veleno. Solo la dose fa in modo che il veleno non faccia effetto” (1538).

Tutto qui. È davvero molto semplice: un altro modo per dire la stessa cosa è “il troppo fa male”. Suona familiare, vero? Eppure spesso lo dimentichiamo.

Theophrastus Bombastus von Hohenheim, detto Paracelso ebbe un’esistenza irrequieta, come la sua ricerca, che lo portò dalla nativa Svizzera, a girare attraverso Francia, Spagna, Olanda, Danimarca, Svezia, Inghilterra, Polonia, Russia, molte altre regioni dell’Est europeo fino all’India.

Paracelso fu letteralmente uno shock per la medicina europea del ‘500, e i suoi rivoluzionari insegnamenti gli fecero conferire l’appellativo di Lutero della Medicina. Erano tempi in cui la scienza non progrediva con metodo, ma egli sosteneva che il vero medico dovesse uscire dalle scuole e dall’accademia. Era fermamente convinto che dovesse imparare la sapienza nascosta in tutte le cose attraverso l’esperienza diretta. Per questo motivo si opponeva alle autorità mediche di Ippocrate, Galeno e Avicenna, che nessuno osava contraddire, e di cui bruciò i testi pubblicamente; assunse quindi lo pseudonimo di Para-Celsum che significa “oltre Celso” (filosofo greco del II sec.) tenendo la maggior parte delle sue lezioni invece che in lingua latina, così come si esprimeva il mondo accademico di quei tempi, in tedesco.

Fino allora le cosiddette medicine erano estratti vegetali, veicolati da acqua, vino o miele. In parole povere, per curarsi si usavano tisane e si praticavano salassi, purghe, rigurgiti e lavaggi, volti a espellere o riequilibrare gli umori in eccesso.

Con Paracelso, la preparazione dei farmaci subisce un salto epocale: le sostanze vengono liberate dalla loro tossicità, mettendo a punto il dosaggio così da renderli tollerabili all’organismo, perché come appunto il medico svizzero asseriva:

«È la dose che fa il veleno».

Vale per qualsiasi alimento?

Si, persino per l’acqua. Se da un lato bere poca acqua dà problemi di disidratazione (che porta a debolezza, affaticamento generale, spossatezza e, se sei nel deserto, anche alla morte), un eccesso di acqua può provocare iponatriemia (una condizione di eccessiva quantità di acqua rispetto al quantitativo totale di sodio contenuto nell’organismo).

Non esiste quindi alimento che sia in assoluto buono o cattivo; nulla può essere assunto senza limiti e senza preoccuparsi delle conseguenze che la sua quantità ha sulla salute, nemmeno fosse la più pulita acqua di fonte.

Esempi dal mondo casalingo?

  • Aspirina: il medicinale più utilizzato al mondo per un semplice raffreddore, può essere letale: per toglierti definitivamente tutti i malanni ed acciacchi dovresti ingerire 19 pasticche di aspirina in una sola volta, arrivando alla dose killer di 11,2 grammi.
  • Caffeina: ebbene si, troppi caffè potrebbero esserti fatali! Il consumo sconsiderato di caffè può alla lunga provocare disfunzioni cardiache e problemi di pressione; ma quanta caffeina è sufficiente assumere per essere letale? Bastano 15 grammi, ossia 120 g di caffè macinato, per far si che il tuo sia l’ultimo caffè.
  • Sale da cucina: sul sale girano molte bufale, ne parleremo in un prossimo articolo. Ma si piazza al terzo posto come killer a portata di mano; ti basta ingerire 225 grammi in un solo colpo (un paio di tazzine da caffè) per provocare un blocco istantaneo dei reni e sconquassi a livello circolatorio.
  • Alcol etilico: l’etanolo, contenuto in tutti gli alcolici, molti detergenti per casa, Amuchina ed alcuni sciroppi, ha una dose letale per farti l’ultima bevuta di 500g (480mL di alcol puro).

QUINDI I VERI VELENI SONO GLI ABUSI, LA MANCANZA DI EQUILIBRIO, GLI ECCESSI, I REGIMI ALIMENTARI SQUILIBRATI.

Un bicchiere di vino mette allegria, una bottiglia fa dormire sodo, una damigiana ti accoppa tritando fegato e cervello. Non c’è bisogno di fare sei anni presso la Facoltà di Medicina per arrivare ad una conclusione così platealmente condivisibile.

TUTTO FA MALE se non assunto con moderazione, fosse anche acqua e frutta!

La cucina delle streghe, che ti parla di alimenti miracolosi ed altri terribili, cancerogeni, ecc., lasciala a maghi, fattucchiere e imbonitori dell’ultima ora.

La cucina vera, fatta di equilibri e proporzioni precise è un’altra cosa. È senno e raziocinio.

La nostra la trovi qui:

www.cortemedici.com

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