Bufale in rete: ecco chi ci guadagna

Prima di esaminare le bufale che riguardano il nostro cibo preferito, cioè la pizza, cerchiamo di capire  cosa sono le bufale e perché noi, uomini e donne del XXI secolo, ben istruiti, o reputati tali, in possesso di un’intelligenza  considerata più che sufficiente per gli usi di mondo, di fronte alla più insensata corbelleria ripresa da un sito Internet andiamo in estasi e, magari, la condividiamo e la rilanciamo con un effetto moltiplicatore spaventoso diventando gli untori, inconsapevoli, di un mostruoso virus.

Daniele Virgillito, un giovane e ironico writer del web, si è divertito ad ideare una burla per  studiare le reazioni che avrebbe suscitato. Nel 2009, viene a mancare Giovanni Baget Bozzo, sacerdote e ideologo politico. Virgillito decide di modificare il profilo Wikipedia del defunto inserendo una citazione inventata da lui. Il suo scopo, da ricercatore, è quello di misurare il tempo di reazione del web. Quante ore sarebbero trascorse prima che fosse scoperta la manipolazione? Ma Virgillito nota, con stupore, che non solo nessuno se ne accorge ma che la sua manipolazione diventa il cardine di un discorso di Letizia Moratti, allora sindaco di Milano. Dopo la morte di Mario Scaccia, noto attore caratterista del cinema italiano, Daniele ci riprova. La frase, frutto della sua penna, non solo non è stata mai rimossa dal web, ma ancora oggi è usata, come inciso, dai maggiori quotidiani italiani quando si commuovono al ricordo del defunto Mario che non ha mai  scritto e neanche pensato quelle parole in vita sua.

 

Cosa prova questa storia? Ci spiega, in modo molto eloquente, che nessun giornalista, o quasi, controlla, oggi, le fonti e nessuno tra gli intellettuali, tra i politici o tra chi li circonda, di solito, conosce alcunché dell’argomento di cui discute. La maggior parte delle persone non sa neanche chi siano Baget  Bozzo o Mario Scaccia né potrebbe arguire se quelle frasi possano o meno essere coerenti con il vissuto umano, politico o artistico di questi ultimi[1].

 

Escluso il caso di Virgillito che è un serio professionista, esperto nella comunicazione web, chi sono gli autori della bufale? Un caso assolutamente esilarante di propagatore di bufale è rappresentato da Ermes Maiolica, un operaio metalmeccanico di Terni, ma anche ex punk e anarchico, che inventa delle fake news talmente assurde e surreali da divenire esse stesse un mezzo di denuncia dell’assoluta mancanza di umorismo dei webeti, che sarebbero, secondo la nuova colorita espressione coniata da Enrico Mentana,  i leoni della tastiera, quegli utenti che, nascosti dietro uno schermo, insultano e decretano le fortune social.

 

Il nostro eroe, che non dovrebbe lavorare come operaio ma in un ufficio di comunicazione, durante la campagna per il recente referendum, ha resuscitato Umberto Eco che, dall’aldilà, annunciava che avrebbe votato sì e avrebbe insultato il movimento 5Stelle. Sembrerà pazzesco, ma moltissimi hanno creduto che fosse il vero Eco ad aver detto quelle parole inondando il web di una marea di maledizioni, insulti e volgarità contro il malcapitato.

 

Un altro campione di post-verità è Alvaro Porfido. Il nome è esso stesso un fake e non si sa chi ci sia dietro, ma Alvaro è un campione della manipolazione. Trovate un articolo su Internet in cui si parla di una cura miracolosa per le rughe?  Trent’anni meno in due giorni? Segue l’intervista al dott. Alvaro Porfido, noto dermatologo, che spiega, con dettagli, il nuovo ritrovato della scienza. Vi imbattete in un articolo su un calamaro gigante pescato nel mare di Ostia? Alvaro Porfido, anziano pescatore del luogo, vi racconterà come ha domato la terribile creatura marina. L’ultima del nostro Zelig è la news sull’ibernazione. Il prof. Alvaro Porfido, fisico e massima autorità mondiale nel campo, ha rivelato che che la tecnologia è pronta. Sembrerà incredibile, ma moltissimi siti e testate giornalistiche abboccano come tanti pesciolini pronti a farsi prendere all’amo. Com’è ovvio, Porfido scrive su siti web di altissimo livello quali ilfattoquotidaino.it e su rebubblica.it. State tranquilli, non sono errori di battitura, ma siti incubatori di notizie super fasulle[2].

 

Gian Marco Saolini, animatore del Corriere del Corsaro, è l’inventore di fake incredibili che riscuotono un enorme successo. Si presenta con nomi palesemente taroccati Marco Corrosa (noto imprenditore italiano in Russia), il dott. Marco Staone, luminare medico e nemico dei vaccini, Marco Mainagioi (noto professore universitario) e don Marco Sarrocco. È proprio lui che ha inventato l’immortale post sulla legge “per il parlamentare in crisi”, uno stanziamento da miliardi di euro per soccorrere i deputati non riconfermati o la scoperta sensazionale che i vaccini contengono il polonio. L’ultima sua incursione sul web è recentissima: ha rivelato che Gabbani, il vincitore del Festival di Sanremo, è gay presentandosi come fidanzato di quest’ultimo. La notizia sul web ha avuto milioni di visualizzazioni e ha destato molto interesse, nonostante fosse noto che Gabbani è fidanzato da anni con una giovane donna che lo ha accompagnato alla kermesse canora. Ma, potenza della rete, la notizia falsa è più appetibile di quella vera[3].

 

Accennando all’esperimento di Daniele Virgillito, abbiamo visto bufale usate come test per valutare l’attendibilità del web quindi create ad arte. Altre, come quelle di Ermes Maiolica, quelle di Alvaro Porfido e di Gian Marco Saolini, sembrerebbero frutto di semplice goliardia e provocazione. Ma c’è, purtroppo, ben altro. La dura verità è che le bufale, cioè le informazioni false, permettono a pochi furbi di guadagnare denaro, molto denaro. Attirati da un contenuto che eccita la nostra attenzione (UFO, scie chimiche, i vaccini, la carne, il latte), la nostra mano compie una semplice azione, cioè clicca sul mouse e apre  un  link oppure aggiunge un like. In questo modo, noi stiamo generando traffico su un sito sconosciuto e il gestore del sito, forte dei suoi milioni di contatti, si arricchisce sfruttando l’ingenuità di molti.

 

Uno dei re italiani dei siti fake è Matteo Ricci Ringani, la cui società gestisce almeno 36 siti attraverso una società con sede in Bulgaria. Ogni sito genera un guadagno dai  30 ai 50 centesimi, ogni mille visitatori, senza considerare i banner. Liberogiornale.com, Gazzettadellasera.com, News24europa, tra più attivi spacciatori di bufale in Italia, sono server tutti riconducibili alla persona in questione. L’ultima spacciata, in ordine di tempo, è la fake news sul governo Gentiloni: «Gli italiani devono fare sacrifici», frase che, nella sua banalità, ha avuto milioni di condivisioni e ha provocato catene di maledizioni e insulti contro l’ignaro Presidente del Consiglio, ma ha, di sicuro, rimpinguato le tasche del nostro eroe[4].

 

Le notizie false sul web, dall’esame che abbiamo fatto, possono sembrare sciocche, pazzesche o divertenti, ma, in realtà, sono molto pericolose perché diffondono  informazioni che sono totalmente false e possono portare a comportamenti estremamente dannosi per la collettività e la salute. Nel dicembre 2016, in USA stava per accadere l’ennesima strage. Un folle, sulla base di articoli pubblicati sul web per screditare Hillary Clinton additandola come capo di una rete di pedofili internazionali, aveva fatto irruzione in una pizzeria convinto che i proprietari fossero in combutta con la candidata democratica e il suo staff e che parole come “pizza” e “consegna”, presenti in mail hackerate, fossero espressioni camuffate per indicare le povere vittime. Esponenti della staff di Trump avevano cavalcato con cinismo questa brutta vicenda per guadagnare qualche like in più contro l’odiata rivale. Il risultato avrebbe potuto essere una strage spaventosa evitata per un pelo, ma mostra l’abisso verso cui l’uso spregiudicato del web e la mancanza di buonsenso possono condurre [5].

 

Per totalizzare milioni di contatti sul web, basta poco. In Internet  qualsiasi frase, video o foto si diffondono in modo che viene definito ormai comunemente virale. Noi pensiamo che  si tratti di una metafora, magari ardita, e non di qualcosa effettivamente reale. E, invece, qualsiasi contenuto su Internet si diffonde ad una velocità  che può essere calcolata con un algoritmo utilizzato per prevedere la diffusione di contagio a causa di un virus quale, ad esempio, quello dell’influenza. I ricercatori hanno utilizzato come modello il campus dell’Università di Torino, in cui interagiscono circa 30.000 persone, e analizzato le loro interazioni. Le relazioni tra i contagiati da un virus o da una bufala sono basate sull’omofilia e la polarizzazione. Omofilia significa che interagiamo nella vita reale o su Facebook con persone che condividono i nostri interessi. La polarizzazione significa che dedichiamo molto tempo ad una attività (lo sport, ad esempio)  o alla lettura di un certo tipo di notizie. L’algoritmo collega un certo numero di interazioni sociali ad un alto numero di infezioni influenzali e, in campo virtuale, alla diffusione di alcuni contenuti[6].

 

In sostanza la formula è semplice e collaudata: basta un titolo accattivante e dai toni aggressivi, un articolo, all’apparenza attendibile, sul tema dei migranti o dell’omosessualità, e i clic in rete sono assicurati. E con loro anche il giro di affari. Il più delle volte le bufale sono infatti delle ridicole invenzioni ideate a tavolino da persone senza scrupoli che mirano a far soldi sull’ignoranza e sulla credulità altrui, vendendo libri, conferenze, DVD o guadagnando dai click delle visite su siti con pubblicità. Al guadagno economico si aggiungono anche i guadagni in termini di notorietà. Le tecniche delle bufale sono sempre le stesse e puntano ad un target di creduloni che per abitudine non va mai a controllare quello che legge.

[1]          http://inchieste.repubblica.it/it/repubblica/rep-it/2015/01/08/news/come_ti_vendo_una_bufala_sul_web-103114905/

[2]          http://socialmediamanager.it/buzz/bufale_256/guida-utile-alvaro-porfido-protagonista-centinaia-bufale-net_370238.

[3]          https://www.davidpuente.it/blog/2017/02/23/riconoscere-troll-e-importante-ma-equivale-giustificarlo/

[4] http://www.repubblica.it/tecnologia/socialnetwork/2016/12/16/news/bufale_web_mingani_io_dietro_libero_giornale_gestisco_solo_i_server_-154239505/

[5]              https://www.nytimes.com/2016/12/05/us/pizzagate-comet-ping-pong-edgar-maddison-welch.html?hp&action=click&pgtype=Homepage&clickSource=story-heading&module=photo-spot-region&region=top-news&WT.nav=top-news&_r=1

[6]          http://www.lastampa.it/2017/01/08/cronaca/lo-stesso-algoritmo-per-spiegare-epidemie-e-bufale-mediatiche-sL3YFFJz5WjtrvDgeXwULL/pagina.html

 

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